In questo articolo il nostro Ceo propone una serie di dati relativi ai vini più richiesti all’estero nei mesi estivi e cita le etichette più vendute del proprio portfolio.
Quali sono i vini italiani più venduti e amati nel periodo estivo? Prosecco e Pinot Grigio. Ma anche Falanghina, Nero D’Avola, Lugana e Moscato d’Asti. Dipende dai gusti e dalle esigenze dei consumatori, diverse di nazione in nazione. È quello che emerge dal report di Edoardo Freddi International: la realtà italiana di export management del settore vinicolo che cura i rapporti tra produttori e distributori in varie aree del globo ha infatti appena raccolto i dati sulle preferenze dei vini nei mesi più caldi in relazione ai mercati esteri. Dal focus su numeri, trend e la tipologia di vino all’etichetta specifica che nel portfolio dell’azienda mantovana ha avuto più successo in quella determinata area, ecco quanto è emerso dall’osservatorio.
Prosecco in Usa: Villa Loren Prosecco Doc Extra Dry di Progetti Agricoli.
Il re indiscusso dei mercati? Senza dubbio il Prosecco. La sua produzione è aumentata del 25,4% nel 2021 e di un ulteriore 17,8% di imbottigliato nei primi quattro mesi del 2022. E all’estero l’export ha raggiunto, secondo il Consorzio, 98,2 milioni di venduto con un aumento del 27% rispetto al 2020. Negli Stati Uniti, ad esempio, la crescita del Prosecco è esponenziale, ed è orientata verso la ricerca di etichette di livello. La bottiglia di maggior successo? Secondo il report è il Villa Loren Prosecco Doc Extra Dry. Dal profumo floreale con sentori di pesca e lampone, è una bollicina fresca e fruttata. Perfetta come aperitivo si adatta anche ad accompagnare portate leggere.
Pinot Grigio in Canada: Citra Core Pinot Grigio Terre di Chieti Igt 2021 di Codice Citra.
Il Pinot Grigio è uno dei vini più popolari al mondo. Nel Canada, dove aumenta l’interesse per i biologici e gli orange, si conferma particolarmente amato. L’etichetta indicata da Edoardo Freddi è una declinazione abruzzese di questo vitigno coltivato in varie parti d’Italia e del mondo. Prodotto con la consulenza di Riccardo Cotarella, l’enologo dei vip, è un bianco elegante ed equilibrato con aromi seducenti di lime e mandorla amara.
Lugana in Germania: Lugana Catulliano 2021 di Pratello.
«Rimanendo tra i bianchi, il Doc Lugana è un vino molto richiesto in Germania», si legge nel report. Dove l’etichetta indicata è un 100% Trebbiano Soave che all’olfatto è sia floreale che fruttato, mentre al palato rivela lime e mela, con accenni di frutta a polpa gialla.
Moscato d’Asti in Cina: Miravento Moscato d’Asti DOCG di Vallebelbo.
E in Cina? Il vino prediletto è il dolce Moscato d’Asti. Che, insieme all’Asti Spumante, ha sfondato il tetto delle 100 milioni di bottiglie prodotte con un incremento dell’11% rispetto al 2020. Il segreto del suo successo nel paese del dragone? Il basso contenuto alcolico che incontra i gusti delle nuove generazioni. Di particolare successo questo amabile firmato da una cooperativa che copre 500 ettari e include 160 viticoltori. I suoi vigneti sono situati nel cuore delle Langhe, precisamente sulle colline intorno a Santo Stefano Belbo.
Falanghina in Giappone: Falanghina del Sannio Doc 2021 di Feudi di San Gregorio.
Se invece parliamo di Giappone, il vino che la fa da padrone è la Falanghina. «Grazie alla spiccata acidità, piacevole e mai banale, e alla sua complessità aromatica, si adatta alle tendenze enologiche attuali, come dimostra l’aumento della quota export del 60% negli ultimi 5 anni, insieme ai campani Taurasi e Greco di Tufo», si legge. L’etichetta selezionata è la Falanghina del Sannio dei Feudi di San Gregorio, colosso irpino che ha vigneti e produzioni anche in altre parti d’Italia come la provincia di Benevento, appunto, la Puglia e la Toscana. Questa Falanghina è fresca e fruttata. Uno di quei vini che non può mai mancare sulle tavolate estive.
Nero d’Avola in Corea del Sud: Roceno Nero d’Avola Sicilia DOC 2021 di Sibiliana.
Tra i vini del report, anche un rosso, il Nero d’Avola. Questo vino siciliano è particolarmente apprezzato in Corea del Sud. «Secondo i dati del Korea Customs Service, nel 2021 il Paese ha importato vini per un valore di 560 milioni di dollari, con un aumento del 70% rispetto al 2020 – recita il report–. È la prima volta che l’import di vino della Corea del Sud ha superato il traguardo dei 500 milioni di dollari e l’Italia è il terzo Paese esportatore con 90,46 milioni di dollari e una crescita dell’86% anno su anno. Questo aumento va di pari passo con la crescente passione da parte dei consumatori coreani per i vini fermi — in particolare i rossi con sentori di frutta, dal gusto semplice, con maggiore concentrazione di residuo zuccherino — con il 55% degli acquisti». Il vino indicato si distingue proprio per la sua per la sua natura fruttata e la leggera speziatura naturale.
L’articolo completo di Cook è disponibile qui.