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EDOARDO FREDDI INTERVISTATO DA ITALIA OGGI

In questa intervista Edoardo Freddi parla dei trend del vino nei primi tre mesi dell’anno, delle preferenze dei consumatori e di alcuni nostri progetti per il 2023.

Nell’intervista di Salvatore Licciardello a Edoardo Freddi per Italia Oggi vengono affrontati temi caldi e attuali, come l’andamento dell’export nonostante il perdurare del conflitto tra Russia e Ucraina e i vari rincari di materie prime, energia e trasporti; ma si toccano anche argomenti più leggeri e curiosi, come le preferenze dei consumatori nei vari mercati internazionali e i piani di EFI per il 2023.

Di seguito, l’intervista completa.

Edoardo Freddi è uno dei più rilevanti conoscitori del commercio di vino. Dal 2012 la sua azienda, la Efi, collega i produttori di vino italiani con gli importatori e distributori, in tutto il mondo. Con una missione: selezionare le eccellenze per i consumatori più esigenti. Con sede a Castiglione delle Stiviere, Edoardo Freddi International è la prima azienda italiana di export management del settore vino, un «acceleratore di business» per cantine che intendono avere un ruolo da protagoniste nei mercati internazionali, un vero e proprio «ambassador» del meglio del mondo vitivinicolo del Bel Paese.

Quanto hanno inciso i fattori di crisi delle economie sulla ripresa dell’export dei vini italiani?

Nonostante il perdurare della guerra e i rincari stellari delle materie prime, specialmente del vetro, dei trasporti, soprattutto intercontinentali, e delle bollette energetiche, l’export di vini italiani tiene. Scendono i volumi specie nella grande distribuzione, ma salgono sensibilmente i valori dell’export trainato dai fine wine specie nella ristorazione. Il trend rimane positivo e soddisfacente anche guardando ai nostri risultati. Abbiamo chiuso il 2022 con 80 milioni di curo di fatturato gestito e 33 milioni di bottiglie commercializzate.

Il primo trimestre del 2023 sta andando meglio del previsto. Ma come sta cambiando la domanda dei consumatori nel mondo?

In questi primi mesi dell’anno abbiamo notato che i vini pugliesi stanno performando molto bene, specialmente il Primitivo di Manduria, con una crescita del 4% sullo stesso periodo considerato del 2022. I vini della Puglia stanno andando forte soprattutto nel Nord Europa, come Belgio e Olanda, e nell’Est Europa, come Albania e Polonia. Un altro trend molto interessante riguarda i vini dealcolati, per i quali stiamo riscontrando un forte interesse e curiosità da parte dei nostri clienti in Scandinavia, nei Paesi islamici e in Canada. Questa nuova categoria di vino conquisterà sempre più Paesi e pubblico, viste le preferenze e gli stili di vita delle nuove generazioni, attente e sensibili verso tematiche di benessere e salute. Il Prosecco continua la propria espansione anche nel 2023, specialmente in Usa, Uk e Germania. Infine, un ultimo trend davvero interessante e lontano geograficamente parlando, riguarda i vini campani, i quali stanno riscuotendo grandissimo successo in Sud Corea. Qui i consumatori apprezzano sia i vini bianchi che quelli rossi; sono innamorati dell’Aglianico e del Greco di Tufo. In generale, la Campania ha visto una crescita dell’export verso questo Paese di circa il 9%, rispetto ai primi tre mesi del 2022.

La competizione, però, è sempre più elevata in questo settore. Come state adeguando la vostra strategia?

Incrementare ancora il numero di collaborazioni, con un focus particolare sulla Toscana, una delle regioni con più denominazioni. In generale, oltre ad ampliare il portfolio, il lavoro sarà volto a rappresentare, soprattutto sul mercato estero, una selezione di cantine produttrici di etichette di rilevante importanza, ovvero di quei fine wines che hanno fatto la storia dell’enologia italiana e che rappresentano un’esperienza di degustazione unica per gli intenditori e per gli appassionati. Per tale progetto verrà inserita una persona come fine wines specialist e brand activation, che si occuperà della gestione delle allocazioni e della promozione di questa categoria di vini nei vari mercati.

I Paesi su cui puntare nel 2023 quali sono?

Miriamo ad ampliare e consolidare la nostra presenza in Canada, Germania, UK, Giappone, Scandinavia e tutta l’Europa continentale. Le sfide sono molte, ma con il mio team, che presidia molto bene e continuamente questi mercati, i risultati non tarderanno ad arrivare. Team che quest’ anno, per contribuire a migliorare il valore dell’industria del vino, è coinvolto in un’importante attività di formazione – attraverso corsi e masterclass dedicate tenute da Cristina Mercuri – per sviluppare un approccio unico e condiviso utile a consolidare il successo dell’azienda e a valorizzare le eccellenze dei partner.

Quanto è importante, e che ruolo attribuite alla manifestazione del Vinitaly di Verona?

Ogni fiera ha le proprie peculiarità, per questo motivo per un distributore è fondamentale presidiare quelle più importanti per ascoltare i mercati grazie a un coinvolgimento più emotivo. Vinitaly è una fiera fondamentale per l’export dei nostri vini. E qui che gli importatori possono davvero scoprire la storia delle cantine più di nicchia del Paese. Credo che al termine di queste giornate, le richieste maggiori riguarderanno soprattutto i vini del Sud Italia e del Veneto. La Puglia e la Sicilia, in particolare, ospitano molti vitigni autoctoni che non si trovano in altre parti del mondo: le uve si sono adattate al clima e al terroir locale nel corso dei secoli, dando vita a vini davvero unici. Non tutti i consumatori conoscono questi vini, anche se ne hanno sentito parlare, e al Vinitaly avranno l’opportunità unica di assaggiarli.

Oltre al vino però ci sono altri segmenti emergenti nel settore per i quali state pensando a un nuovo progetto?

Gli Italian Craft Spirits: da pochi mesi è nata Sapiens Spirits, società con cui rappresentiamo i migliori distillati italiani sui mercati internazionali. Come abbiamo fatto per il vino, il nostro obiettivo è diventare un punto di riferimento per la crescita delle piccole realtà artigianali di eccellenza all’estero, occupandoci della promozione e delle vendite dei brand, e dando loro la possibilità di concentrarsi esclusivamente sulla produzione.

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