Una panoramica del territorio che rende i vini di Cantine del Notaio unici e speciali.




La Basilicata è una piccola e incontaminata regione nel cuore verde del Sud Italia. Il Vulture, il maestoso vulcano spento che nutre sulle sue pendici vigne di aglianico e ulivi secolari, è il custode di un territorio ricco di storia, arte, ricchezze naturali e paesaggistiche, di tradizioni enogastromiche e di grandi ospitalità.
L’Aglianico è un vitigno noto fin dai tempi dell’antica Grecia. Cantato dal poeta latino Orazio, è coltivato sulle pendici del vulcano Monte Vùlture, che è all’origine di quei fattori naturali che determinano la tipica composizione e maturazione di queste uve. Infatti, grazie alla natura vulcanica dei terreni, fertili e ricchi di particolari elementi minerali, alla presenza in profondità di strati tufacei che funzionano da riserva di acqua nei periodi più siccitosi dell’anno (quello che i contadini del posto chiamano “il tufo che allatta”) ed al microclima del tutto particolare, i grappoli, attentamente selezionati e sapientemente lavorati, permettono di ottenere un vino forte, con spiccata personalità, prezioso nel colore rubino e dai profumi complessi. Per questo Cantine del Notaio ha dedicato particolare attenzione alla scelta dei vigneti. I circa 30 ettari di proprietà sono distribuiti nelle contrade più tipiche e più rinomate dell’area del Vulture (Rionero, Barile, Ripacandida, Maschito e Ginestra) con alcune vigne vecchie di oltre cento anni.
Una parte importante del progetto è anche nella valorizzazione delle tradizioni culturali del territorio, a partire dal recupero delle antiche grotte, risalenti al 1600 ed utilizzate dai Padri Francescani. Questi antri naturali, scavati nel tufo vulcanico, grazie ad un perfetto e naturale equilibrio di temperatura, umidità costante e ventilazione, garantiscono condizioni eccezionali di affinamento del vino, che vi riposa all’interno di barriques di rovere francese. Tutte collegate tra loro, le grotte si sviluppano nel sottosuolo del paese creando un percorso sotterraneo di grande suggestione e si irradiano da una piccola e deliziosa piazzetta, chiamata Facìle, tipica dell’architettura locale. Il Facìle, con la sua caratteristica forma a ferro di cavallo conseguente allo scavo delle grotte nel tufo, raccoglieva le acque piovane: era di fatto una specie di conca, una sorta di “bacìle”, termine da cui deriverebbe, per l’appunto, l’espressione dialettale “Facìle”. Nelle grotte, un presepe permanente e animato rappresenta il percorso del vino che è, al tempo stesso, un percorso fisico ma anche spirituale, riproponendo i mestieri antichi legati a questo mondo ricco di valori e tradizioni.