Un quadro generale dei vini rosé nel Belpaese.
“Un totale di poco più di 120 milioni di bottiglie, pari a circa il 7% del totale nazionale a Do-Ig. Metà della produzione con le bolle, tra spumante e frizzante, e il 60% targato IGT. Il cuore produttivo a Nordest, con Emilia Romagna e Veneto che da sole cubano per il 56% del totale degli imbottigliamenti, seguite da Puglia, Lombardia e Abruzzo”.
Nel 2020 il numero di bottiglie di vino rosato italiano prodotte ammontava a 122 milioni. All’interno di questo segmento la categoria più apprezzata è quella dei vini fermi, con un 56% sul totale (68 milioni). La restante quota riguarda i vini spumante (20 milioni, più 4 di varietali) e i vini frizzanti (33 milioni). La regione italiana che detiene la quota di maggioranza nella produzione di vini rosati è il Veneto, che assorbe circa il 30% del totale. A seguire, ci sono Emilia Romagna con un 25%; Puglia, Lombardia e Abruzzo con un 24% equamente diviso.
“Molto diversa la ripartizione produttiva delle regioni leader: con l’ingresso della tipologia rosé per il Prosecco, il Veneto ha visto balzare l’incidenza degli spumanti al primo posto (44%), seguiti dai vini fermi e dai frizzanti. Frizzanti che ovviamente sono preponderanti in Emilia Romagna (75% di quota), mentre le versioni ferme sono protagoniste assolute in Puglia (quasi totalitaria), Lombardia (70%) e Abruzzo”.
I vini fermi rosati sono la tipologia maggiormente apprezzata, nella quale il Bardolino rimane leader con 9 milioni di bottiglie. Numeri molto buoni anche per il Cerasuolo d’Abruzzo (8,1 milioni) e Rubicone Sangiovese (6,8 milioni). Poi ci sono i vini rosati fermi del Salento e della Puglia che stanno acquisendo sempre più importanza, classificandosi al quarto e quinto posto.
“La produzione dei rosati frizzanti è questione soprattutto di due regioni: Emilia Romagna con 24 milioni di bottiglie su un totale nazione di 33 milioni (72%) e Veneto con 8,2 milioni di pezzi, un quarto del totale”.
L’articolo completo di Corriere Vinicolo è disponibile qui.