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LA SOSTENIBILITÀ SECONDO BLANCJAT

Una panoramica del concetto e delle pratiche attivate dalla cantina in tema di sostenibilità.

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Blancjat è uno dei nuovi marchi di Lea Winery. Tutto è iniziato con il sogno di un padre: riportare in vita la tenuta Casa Bianca, con un progetto capace di essere tramandato ai figli e alle nuove generazioni. L’idea si è trasformata in una visione: le radici piantate in un territorio dall’antica vocazione vinicola, i rami protesi verso una produzione di vini biologici, accessibili a tutti.

Le proprietà si estendono su una superficie di 132 ettari di vigneto e si trovano nella denominazione Friuli Grave DOC. Si coltivano Pinot Grigio, Ribolla Gialla, Glera, Chardonnay, Traminer e Merlot, privilegiando pratiche naturali e biologiche. Le uve vengono raccolte a mano. Hanno bandito pesticidi e fertilizzanti chimici e ridotto notevolmente l’uso del rame. La filosofia del “prevenire è meglio che curare” insegna che è meglio mantenere le piante in salute piuttosto che doverle trattare costantemente. I vini Blancjat sono i portavoce di questa tradizione territoriale, ispirata al lavoro di chi ha coltivato nei secoli gli appezzamenti intorno alla tenuta.

La sostenibilità è uno dei fattori chiave del progetto. L’attenzione per l’agricoltura biologica e l’attenzione per l’ecosostenibilità guidano la cantina in tutte le sue azioni, a beneficio della terra, dei vigneti e della salute di tutti. Il risparmio energetico è il primo di tutti i suoi obiettivi: i pannelli solari producono la maggior parte dell’elettricità necessaria e permettono di ridurre le emissioni di CO2. L’azienda si affida anche alla tecnologia GPS, che fornisce indicazioni precise nella gestione delle diverse aree del vigneto: comprendendo lo stato di vigore delle viti può agire correttamente nella concimazione e nella raccolta selettiva attuando interventi mirati, che evitano ulteriori sprechi. Anche i suoi trattori a guida autonoma sono dotati di GPS: nel vigneto li utilizza per concimare il terreno e defogliare le viti. Infine, droni e satelliti permettono di studiare la geomorfologia del terreno, ottimizzando le varie operazioni nei vigneti e risparmiando ulteriormente energia. L’azienda è molto attenta anche alla conservazione dell’acqua, che attua attraverso un sistema di irrigazione sotterraneo. Le sonde nel terreno permettono di valutare lo stress idrico delle viti e di irrigarle attraverso un sistema di canalizzazione dell’acqua da un pozzo artesiano. In questo modo l’azienda fornisce acqua solo quando serve e la convoglia dal sottosuolo direttamente alle radici. Non solo: l’attenzione per l’agricoltura biologica e l’attenzione per l’ecosostenibilità la guidano in tutte le azioni, a beneficio della terra, dei vigneti e della salute di tutti.

– Non usa glifosati, non diserba e le vigne sono coltivate solo con i fertilizzanti organici.

– Pratica il sovescio, indispensabile per reintegrare le sostanze arricchenti del terreno, proteggerlo dall’erosione e aumentarne la sostanza organica (riducendo l’uso di rame).

– Attua diverse tecniche di inerbimento per intensificare la fertilità del suolo.

– Le basse rese di uva per ettaro, grazie ai sistemi di allevamento della vite come il guyot o il cordone libero, garantiscono la produzione di vini di eccellente qualità.

– Introduce nei vigneti insetti benefici selettivi, antagonisti naturali dei parassiti, che riducono l’uso di insetticidi e pesticidi chimici.

– Il 16% dei vigneti è piantato con viti PIWI: sono certificate biologiche, resistenti alle malattie fungine e consentono una significativa riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari. Per questi motivi, la nostra azienda è certificata SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata): un certificato che garantisce la produttività delle pratiche agricole a basso impatto ambientale. Attualmente siamo in fase di conversione totale al metodo biologico; a partire dal 2022 i primi 17 ettari saranno certificati BIO.

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