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PREVISTI 7 MILIARDI DI EURO PER LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI VINO

L’export italiano sta andando a gonfie vele su tutti i fronti, sia su quello del food che del vino.

“Il rimbalzo rispetto all’anno Covid è del 16%, che se mantenuto proietterebbe il valore delle nostre spedizioni all’estero al record assoluto a fine anno”.

Nei primi sei mesi dell’anno 2021 l’export vinicolo italiano ha raggiunto delle cifre record: solamente nell’arco di un semestre ha creato un valore di 3,3 miliardi di euro. Se l’andamento è questo, si stima che per fine anno il giro d’affari complessivo sarà attorno ai 7 miliardi di euro; numeri mai registrati prima. La crescita non si nota solamente sul 2020, anno caratterizzato dal Covid, ma anche sul periodo pre-pandemico. A confronto col 2020, il tasso di crescita è del +16% a valore e del +6% a volume.

“Il segmento dei vini confezionati nel primo semestre 2021 eguaglia le performance del 2019 (+6%), mentre gli spumanti girano a regimi più che doppi, con ritmi straordinari negli Usa e in Germania: negli Stati Uniti gli spumanti italiani segnano +75% sulla media 2015/18, contro +45% della Francia. Sui vini confezionati, sempre in rapporto alla media pre-pandemia, in Usa il 2021 segna +12% contro +2% del 2019, in Germania +18%contro +5% e in Canada +19% contro +4%”.

Entrando nel merito dei vari segmenti, gli spumanti sono la tipologia di vino maggiormente apprezzata e commercializzata. Nel primo semestre, infatti, la crescita complessiva è stata del +26%: da aprile a giugno però l’aumento è stato superiore al +50%. Il vino che tiene le fila è il Prosecco, la cui crescita sia attesta intorno al 30% sia a valore che a volume.

A seguire ci sono i vini frizzanti che performano a tassi minori rispetto agli spumanti (+5% a volume, +3% a valore); bisogna però ricordare che questa tipologia ha avuto sempre performance buone anche nell’anno della pandemia, rientrando tra i pochi a segnare una crescita. La Repubblica Ceca si riconferma il Paese principale di destinazione dei vini frizzanti italiani.

“Le performance dei vini fermi in bottiglia: il +35% valore di aprile-giugno va guardato alla luce del -12% registrato nello stesso quarto del 2020. Il dato è di assoluta positività e, se tralasciamo Londra, il resto dei Paesi viaggia su ritmi di crescita piuttosto sostenuti. Fra le categorie di prodotto, meglio i rossi dei bianchi, ma anche qui giova sottolineare che i bianchi avevano performato discretamente bene nel 2020. In Usa le variazioni valore sono tipiche di un mercato emergente: dal +44% dei piemontesi al +21% dei toscani e al +15% dei veneti”.

L’articolo completo de Il Corriere Vinicolo è disponibile qui.

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